Gesù, la strada che tu mi proponi non è molto battuta.
Mentre tutti sono intenti a difendersi dai poveri e dal disagio che provocano per garantirsi la propria pace e il placido godimento dei diritti acquisiti, tu mi chiedi di lasciarmi commuovere dalle storie di chi fugge dalla guerra e dalla persecuzione, dalla fame e dalla penuria endemica.
Gesù, tu mi chiedi di fare la mia parte, di mettere mano al mio portafoglio.
 
Mentre ogni giorno si paga il tributo all’idolo dell’efficacia e della vitalità e ci si lascia stritolare da un attivismo che non conosce soste o pause, tu ci inviti a trovare del tempo per Dio: uno spazio specifico e qualificato per ascoltare, innanzitutto, per meditare e rispondere a Colui che continua a raggiungerci con una parola colma di saggezza e di amore.
Mentre si è facili prede di bisogni che non conoscono limiti e di strategie di accaparramento, ci lasciamo guidare da un’ansia divorante che non risparmia né i cibi, né le persone.
Gesù, tu ci metti sulla strada del digiuno, di una rinuncia che tocca il corpo per poter finalmente avvertire la fame di ciò che conta veramente: una relazione autentica con Dio, a cui attingere saggezza, gioia e pace.

 

 
 

 
 



 
 

