la Pasqua si avvicina rapidamente, ma la sua luce sembra ancora lontana.
Siamo sempre più immersi nella coltre oscura e tenebrosa di questo morbo invisibile e subdolo, che minaccia non solo la nostra salute e la nostra vita fisica, ma ci entra nell’animo, ci invade nel profondo e fa crescere nel nostro cuore un senso di incertezza, angoscia e paura.
Siamo con Gesù nel Getsemani: “e prese con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia e disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte...”. (Mt 26,37-38), anche per Lui la prova che gli si prospetta davanti appare “insopportabile”, incomprensibile e assurda; anche Lui si sente solo, abbandonato dai suoi e perfino dal Padre.
Sono i sentimenti che in questo momento faticoso e sconcertante invadono anche il nostro animo ed il nostro cuore.
Chiediamo allora a Gesù di sostenerci e di aiutarci, di darci la forza dello Spirito, quella forza che ha sostenuto Lui e l’ha portato ad offrirsi al Padre, quel Padre che sembrava in quel momento assente, quasi indifferente, ma che Lui, Gesù, il Figlio, non poteva smettere di sentire nel suo cuore come “Abba” (papà).
È difficile, umanamente sembra impossibile, la nostra fragile fede vacilla, ma aggrappati a Lui possiamo resistere e non lasciare spegnere in noi la Speranza, quella con la “S” maiuscola, che non è solo sperare che vada bene, ma sa vedere oltre questo buio, ed intravedere la forza di un Amore che nasce nella Pasqua di Gesù, crocifisso, morto e... risorto, si è rivelato più forte anche della sofferenza e della morte.
Nella settimana che ci sta davanti tradizionalmente la nostra Parrocchia celebra la “Festa dell’Addolorata”, quest’anno non potremo viverla insieme, almeno esternamente, ma non per questo vogliamo rinunciare a condividerla nel nostro cuore, e magari familiarmente nelle nostre case, con un momento, anche semplice, di preghiera per affidarci a Maria, Lei che ha condiviso in modo unico la passione del Suo Figlio; ed affidare a Lei tutti gli ammalati con i loro familiari, i nostri anziani, le persone più sole e segnate dalla prova di questa situazione e le tante persone che ad ogni livello si stanno impegnano per combattere la virulenza di questo virus e sostenere chi ne è colpito e sta soffrendo e sperando.
Non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che la malattia si è portata via (cominciano ad essere diversi nella nostra comunità), in modo assurdo e impensabile fino a poche settimane fa; spesso nella solitudine più assoluta, senza la possibilità di una vicinanza familiare in un momento così decisivo.
Quanto è triste questa separazione, tanto più dolorosa per il fatto di non poter neppure celebrare “il funerale”, porgere l’ultimo saluto e l’ultimo abbraccio.
Affidiamo questi nostri fratelli e sorelle a Maria, siamo certi che sarà Lei, a sostenerci, ed accoglierli tra le sue braccia come ha accolto Gesù deposto dalla Croce.
È una prova, difficile, pesante, ma la nostra fede seppur vacillante, non può abbandonarci proprio in questo momento.
Sosteniamoci a vicenda anche se da lontano, con il nostro affetto e la nostra preghiera.
Con i sacerdoti della Parrocchia, il Vostro parroco
Don Mario