Ci apprestiamo a vivere la Pasqua, siamo nel cuore del Triduo Pasquale.
Questa sarà una Pasqua del tutto particolare, a causa del Coronavirus non potremo ritrovarci nella Liturgia, nella celebrazione dei riti della Settimana Santa, ma siamo costretti a vivere questi eventi fondamentali per la nostra fede, dove la nostra fede si alimenta, “restando a casa”.
In questa situazione di emergenza avremo modo di utilizzare soltanto i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione: Tv, Radio, Internet.
Non per questo però la nostra fede viene meno, anzi siamo invitati a riscoprire al di là dei riti vissuti comunitariamente, e che restano essenziali, quella dimensione dello Spirito che va oltre e ci fa sentire in Comunione con il Signore e tra di noi anche se lontani e distanziati.
Potremo vivere tutto questo personalmente ma e soprattutto “familiarmente”, cioè in famiglia, raccolti insieme davanti a uno schermo, ma profondamente uniti nello Spirito, non solo con chi ci sarà vicino, ma con tutta la nostra Comunità Parrocchiale, con la nostra Chiesa locale seguendo le celebrazioni del nostro Vescovo, e la Chiesa Universale per chi seguirà le celebrazioni del Papa.
Questa è la potenza della nostra fede, che ci permette di oltrepassare i limiti dello spazio e del tempo e sentirci nella nostra comunione con il Signore, in comunione con tutti i nostri fratelli e sorelle che nel mondo condividono la nostra stessa fede.
Sarà una Pasqua insolita e per certi aspetti surreale, la vivremo con l’animo colmo di tristezza e apprensione per le tante persone che stanno soffrendo, anche nella nostra comunità; innanzitutto gli ammalati, diversi in condizioni preoccupanti, i loro familiari che vivono con ansia questa condizione anche di lontananza e incertezza e per tutti quei familiari, parenti, amici, che si sono visti portare via i propri cari, senza la possibilità di porgere loro un ultimo saluto o abbraccio, neppure attraverso una celebrazione funebre.
E' una situazione che mette in discussione quasi la nostra stessa “umanità”, se è vero come ci dicono gli studiosi, che l’uomo nella sua evoluzione ha cominciato ad essere tale quando ha iniziato a seppellire i propri morti.
Una cosa che ci può dare consolazione e speranza, è la dedizione, lo spirito di sacrificio, a volte veramente eroico, che stanno dimostrando le tante persone (soprattutto personale medico, e tutto il settore della sanità, i volontari e le persone impegnate nei servizi essenziali per la nostra vita di tutti i giorni) che si stanno battendo per combattere questo virus subdolo e sostenere chi ne è stato drammaticamente colpito: non finiremo mai di ringraziare tutte queste persone!
In queste condizioni impensabili fino a poche settimane fa, noi celebreremo la Pasqua di Nostro Signore e mai come in questo anno la sentiremo e vivremo come la nostra Pasqua.
Gesù nella sua Pasqua soffre e muore, condivide così, da Figlio di Dio, tutte le nostre sofferenze, le sofferenze di tutta la nostra umanità e questo fino alla morte e alla morte di croce, ci dice San Paolo.
Anche la nostra famiglia umana in queste settimane sta soffrendo e morendo, tanti nello spirito, tanti anche fisicamente e nella propria carne.
Gesù, però, il mattino di Pasqua è Risorto, ha vinto la morte, ha ribaltato la pietra del sepolcro.
La risurrezione di Gesù ha aperto così un varco, ha illuminato di una luce sfolgorante quella coltre buia e impenetrabile della sofferenza e della morte e questo non solo per Lui, ma per tutti.
E' questa la nostra speranza, che diventa certezza nella Fede, questa è la forza che viene a noi in questo momento dalla Pasqua di Gesù.
Possiamo, allora veramente anche quest’anno augurarci Buona Pasqua, anche se con un velo di tristezza e apprensione nel nostro cuore.
In Gesù il nostro Dio si è immerso nella nostra umanità, soffre e muore con noi, non ci ha abbandonato, ma ci prende per mano e ci risolleva come ha risollevato Gesù dalla tomba.
Celebrando questa Pasqua ci sentiamo pertanto vicini come Comunità Parrocchiale, nell’affetto e nella preghiera, a chi più di altri sta soffrendo per questa epidemia; gli ammalati, i loro familiari ed amici, le famiglie che piangono per la morte di un loro caro, e ringraziamo il Signore per le tante persone che a tutti i livelli si stanno adoperando per sostenere ed alleviare le tante sofferenze che questa situazione sta portando con sé.
Buona Pasqua!
Nella speranza di poterci presto vedere e incontrare di persona, anche e soprattutto con quelle persone anziane e ammalate che non possiamo quest’anno incontrare in occasione della Pasqua
Sarà ancora lunga, ma anche noi Risorgeremo!
Con i sacerdoti della Parrocchia, il Vostro parroco
Don Mario