Ci stiamo avviando verso il compimento del Tempo Pasquale.
La prossima Domenica, il 24 maggio, celebreremo la solennità dell’Ascensione di Gesù e la domenica successiva la Pentecoste; abbiamo vissuto tutta la Quaresima e questo tempo straordinario in un clima indubbiamente inusuale di grande apprensione e preoccupazione per tutti, e segnato per tanti dalla sofferenza e dalla fatica dell’epidemia che ha seminato dolore e morte in troppe situazioni.
Ora siamo entrati in una fase che per diversi aspetti lascia spazio a maggiore speranza e fiducia, anche se non possiamo assolutamente abbassare la guardia, visto che la resistenza del virus non è ancora vinta e se venisse meno il senso di responsabilità, anche da parte soltanto di qualcuno, le conseguenze sarebbero poi pagate da tutti.
Questo è il senso di quella prudenza che viene richiesta a tutti nel momento in cui riaprono diverse attività e tutto si rimette in moto, visto che se i segni della crisi in atto lasciano intravedere un futuro non certo immediatamente roseo.
Questo vale anche per quanto riguarda la riapertura della nostra Chiesa alla celebrazione con la presenza dei fedeli; è indubbiamente un passo importante e decisivo per la vita di una comunità cristiana, che non può vivere senza ritrovarsi e soprattutto senza Eucaristia, ma nello stesso tempo questo non deve portarci a pensare che tutto tornerà indistintamente come prima, anzi…; le prescrizioni, le precauzioni, le attenzioni sono molteplici, e sarà fondamentale che tutti le rispettino, non solo per la salvaguardia della salute personale, ma anche (soprattutto!) quella degli altri; come già è stato sottolineato, questo è per noi cristiani un segno concreto di carità e senza ”carità” non si è cristiani.
Chi verrà in Chiesa nei prossimi giorni, soprattutto la domenica, si renderà conto immediatamente di tutto questo; i limiti imposti, a partire dai numeri delle persone che potranno stare in Chiesa (90 Parrocchia, 60 Santuario, 40 Cappuccini) fino all’obbligo di rispettare le distanze e quindi la disposizione dei posti, costringendo forse qualcuno a restare fuori o al limite ad “accontentarsi” di seguire alla Radio Parrocchiale, o dalla pagina Facebook di Leminenews la celebrazione, come si è fatto in questi mesi; alle porte delle Chiese troverete comunque tutte le indicazioni necessarie e persone incaricate che vi daranno tutte le spiegazioni.
Al di là di tutti questi aspetti molto concerti ed importanti, sarà fondamentale non dimenticare l’esperienza che abbiamo vissuto, ed in una parte non indifferente stiamo ancora vivendo; ci sono alcuni insegnamenti e provocazioni di cui non possiamo non fare tesoro proprio per trarre il positivo anche in questa situazione negativa.
La nostra fragilità, che il virus ha fatto emergere, ha fatto crollare in modo evidente quel senso di onnipotenza che sembrava in troppi campi aver preso l’uomo del nostro tempo; da soli non ci salviamo, non possiamo neppure vivere, abbiamo bisogno degli altri, e gli altri hanno bisogno di noi; solo insieme possiamo andare avanti, condividendo le nostre vite, le nostre ricchezze (non solo economiche, ma anche quelle…), i nostri “talenti” ed i nostri limiti.
Solo partendo da qui e tenendo ben saldo questo fondamento, potremo “ripartire” e ricrescere insieme; avendo l’accortezza di non lasciare indietro nessuno, aprendo gli occhi ed il cuore di fronte a quei tanti nuovi poveri che questa epidemia ha lasciato e continuerà per un po’ a lasciare dietro a sé; i tanti esempi di eroicità e dedizione anche abbiamo visto in questo tempo di emergenza devono aiutarci veramente a non “mollare” mai, soprattutto di fronte alle difficoltà, fatiche e responsabilità che la “ripresa” non mancherà di presentarci.
I testi della Parola di Dio che la liturgia di questo tempo di Pasqua ci ha donato e ci donerà nelle prossime domeniche, ci dicono come le prime Comunità Cristiane sono cresciute nelle fatiche e prove del loro tempo, proprio grazie a questo spirito di comunione e di condivisione, lasciandosi prendere per mano dal Signore Gesù, il Risorto e lasciandosi guidare ed illuminare dallo Spirito Santo che nella Pentecoste trasforma un gruppo di “sconfitti” e sfiduciati in una comunità, sempre debole e povera, ma capace di portare un messaggio che trasformerà il mondo.
Questa “lettera” conclude il ciclo di messaggi e comunicazioni con cui ci siamo tenuti in contatto in questo faticoso periodo di isolamento e disorientamento; da domenica prossima ci sentiremo “in diretta”, anche se ancora non per tutti; speriamo di poter tornare presto alla “normalità” (anche se non sarà mai più come quella di “prima”); grazie di cuore alle tante persone che, in modi diversi, in questi mesi di particolare fatica e sofferenza, hanno continuato, anche nel silenzio e nell’anonimato, a “sostenere” il cammino della nostra comunità; manteniamoci sempre in questa comunione di spirito e di preghiera; la strada da percorrere è ancora lunga, ma se c’è Lui “a farci strada...”
Con i sacerdoti della Parrocchia, il Vostro parroco
Don Mario